#216 RE-USE, LEVICO TERME
Il progetto nasce dall'idea di creare un'opera comunicativa, una installazione che potesse coinvolgere i visitatori e far sì che fossero parte dell'installazione stessa (USE). Un oggetto, un percorso, una scultura ma anche uno scorcio. L'opera è concepita come due coni ottici contrapposti che si intersecano in un'area centrale, una strettoia, un punto nodale, dove i visitatori rappresentano il flusso del tempo e dove gli stessi, come i granelli di sabbia in una clessidra, sono gli attori del cambiamento. La struttura, realizzata in ferro e legno (dove i pilastri in legno sono dei tronchi di alberi caduti - REUSE), genera 'l'ossatura' del percorso.; alcune schermature lignee, realizzate con legno di recupero, completano l'installazione con l’idea di generare dei giochi di luci e ombre a significare un percorso tortuoso e complesso pur con la presenza costante della luce (speranza e resilienza). L'area centrale, il fulcro del progetto, rimane quasi uno spazio chiuso dove il percorso è segnato da rondelle di legno a terra, schermature in legno e schermature vegetali (piante rampicanti come il Glicine). La difficoltà di percorrere questa area e il senso di disagio creato, invitano a riflettere sui cambiamenti necessari da apportare ai nostri stili di vita, divenuti oramai da tempo insostenibili. Gli inserti di piante dal valore simbolico come il Melograno e l’Aloe (e la sua funzione lenitiva), fanno pensare alla NATURA RESILIENTE che si rigenera.